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L’intervento di cataratta: le lenti monofocali

L’intervento di cataratta prevede la rimozione del cristallino naturale e la sostituzione con uno artificiale. In questo terzo video il dott. Micelli Ferrari, chirurgo oftalmologo, ci parla delle lenti tradizionali, cosiddette monofocali,

Parliamo dunque delle lenti intraoculari, conosciute anche come IOL, acronimo inglese di Intraocular Lens, che hanno rappresentato un grande passaggio nella chirurgia della cataratta.


Impiantare una protesi nell’occhio sembrava inizialmente impossibile, ma si è scoperto che esistono dei materiali non reattivi. Il primo è stato il polimetilmetacrilato e da qui sono nate le prime lenti, agli inizi degli anni ’80.

La nostra chirurgia oculare ha fatto notevoli progressi, passando dalle prime lenti rigide alle lenti morbide, come quelle in acrilico, che consentono una visione ottimale. Andiamo ora ad analizzarle più in particolare.

La lente tradizionale è quella che ripristina la nostra situazione visiva precedente alla comparsa della cataratta. Dobbiamo tenere presente che la visione da vicino è legata sempre al nostro cristallino, che cambia forma all’interno dell’occhio e può mettere a fuoco a varie distanze. Chiaramente, avendo una lente fissa, avremo una visione fissa ad un’unica distanza. Quindi le lenti tradizionali, ovvero le lenti monofocali, ci consentono di vedere bene solo da lontano e ci permettono quindi di ripristinare quella situazione di quando eravamo giovani.

Gli unici difetti che possono essere corretti sono quelli puri, cioè la miopia e l’ipermetropia. Con una lente monofocale, quindi con una lente tradizionale, non potremo mai andare a correggere un astigmatismo, perché non è un difetto puro.

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Cos’è la cataratta?

Con questo primo video iniziamo una serie di approfondimenti dedicati alla cataratta, una delle patologie dell’occhio più diffuse a livello epidemiologo. Ma cos’è la cataratta?

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L’intervento di cataratta: in cosa consiste?

In questo secondo video spieghiamo in maniera semplice in cosa consiste l’intervento di cataratta.

Esso è costituito dalla “facoemulsificazione”. ‘Faco’ deriva da lente, a cui si aggiunge ‘emulsificazione’, dunque ‘emulsificare la lente’. All’interno dell’occhio, distruggiamo il cristallino, la cataratta, che quindi andiamo ad aspirare.

Sempre all’interno dell’occhio andiamo a inserire la nostra lente intraoculare, la nostra piccola protesi. Gli interventi sono sempre più evoluti, si è passati a incisioni sempre più piccole, tanto da permetterci di operare senza applicare punti di sutura.

Inoltre, possiamo operare attraverso la cornea, che non ha terminazioni vascolari. Questo è importante, perché possiamo mantenere tutta la nostra terapia e non è necessario fare una grande anestesia. È infatti sufficiente un’anestesia topica, un’anestesia in collirio.

L’intervento di cataratta resta comunque un intervento di microchirurgia, dunque complesso, perché si lavora in spazi limitatissimi in cui è necessario eseguire la nostra opera.

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Cos’è la cataratta?

Con questo primo video iniziamo una serie di approfondimenti dedicati alla cataratta, una delle patologie dell’occhio più diffuse a livello epidemiologo. Ma cos’è la cataratta?

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Cos’è la cataratta?

Con questo primo video iniziamo una serie di approfondimenti dedicati alla cataratta, una delle patologie dell’occhio più diffuse a livello epidemiologo.

Ma cos’è la cataratta? Si tratta di una lente sospesa all’interno dell’occhio e che, col passare degli anni, perde di trasparenza e si opacizza. Questa lente serve a mettere a fuoco le immagini sulla retina e la perdita di trasparenza può determinare un annebbiamento della visione.

Ecco dunque che vi sono due termini a distinguere lo stato di questo organulo, che quando è trasparente viene chiamato cristallino e quando perde tale trasparenza diviene cataratta.

Anche l’etimologia di questa parola è molto bella da raccontare, poiché deriva dagli antichi egizi e dalla credenza che dal cervello scendesse un liquido bianco – la cataratta appunto – che annebbiasse la vista. Un liquido bianco che discende verso l’occhio e che lo annebbia, come quando nel cielo si aprono le cataratte.

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Glaucoma acuto: un’urgenza oculistica

Il glaucoma acuto rappresenta una delle urgenze oculistiche ed è caratterizzato da un brusco aumento della pressione intraoculare.

A differenza del glaucoma cronico semplice che decorre in modo asintomatico provocando dei danni progressivi nel tempo , il glaucoma acuto insorge improvvisamente.

La pressione intraoculare passa dai normali 14-16 mmHg ai 40-50 mmHg e la sintomatologia è caratterizzata da:

Il glaucoma acuto insorge in pazienti anatomicamente predisposti con un angolo irido corneale ristretto (ipermetropi elevati, pazienti con cataratta intumescente). In presenza di una situazione di stress si determina un blocco del normale passaggio dell’umore acqueo dalla camera posteriore a quella anteriore con una chiusura dell’angolo irido corneale.

La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci sia generali sia topici (colliri) che determinano una riduzione della pressione intraoculare ed una iridotomia yag laser, cioè la creazione di un foro a livello dell’iride che permette il ripristino delle normali vie di deflusso dell’umore acqueo.

Importante, come nel glaucoma semplice, è la prevenzione, basata sulla diagnosi precoce attraverso la visita oculistica eseguendo una gonioscopia (studio dell’angolo irido corneale) oppure esami di II livello quali OCT del segmento anteriore o ecografia UBM.

Infatti in presenza di un angolo irido corneale ristretto e a rischio di attacco acuto, è consigliabile l’esecuzione di un iridotomia yag laser a scopo preventivo.

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